mercoledì 12 luglio 2017

Motu Proprio su “offerta della vita”: “riscopriamo il cristianesimo contemporaneo come martirio”

“O riscopriamo il cristianesimo contemporaneo come martirio oppure lo riduciamo ad una semplice aggiunta alla nostra vita”. Così mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, commenta il Motu proprio di Papa Francesco “Maiorem hac dilectionem”. Intervistato dal settimanale dell’arcidiocesi di Gorizia, “Voce Isontina, mons. Paglia esprime, innanzitutto, la propria gioia per il documento papale anche perché, sottolinea, “ne sono stato in qualche modo coinvolto come postulatore della Causa di beatificazione di mons. Oscar Arnufo Romero”. “L’arcivescovo di El Salvador, infatti, – prosegue – non è stato ucciso da persecutori atei affinché rinnegasse la fede nella Trinità: è stato assassinato da cristiani perché voleva che il Vangelo fosse vissuto nella sua profonda intuizione di dono della vita. E questo è un aspetto già emerso in passato nel cammino che ha portato alla beatificazione di padre Massimiliano Kolbe e di don Pino Puglisi e che ora si ripresenta in quella di monsignor Romero”. E per far comprendere ancora più profondamente il significato del Motu proprio, mons. Paglia ricorda alcuni passi di un’omelia che proprio mons. Romero pronunciò durante il funerale di un sacerdote ucciso dagli squadroni della morte.
“Il Concilio Vaticano II chiede a tutti i cristiani oggi, per la situazione in cui ci troviamo a vivere, di essere martiri ossia di dare la vita per il Signore e per gli altri. Ad alcuni il Signore chiede la vita fino all’effusione del sangue ma a tutti chiede di dare la vita per gli altri. Una mamma che concepisce un figlio, lo tiene nel suo grembo, lo fa nascere, lo custodisce, lo allatta e lo preserva dalle malattie è una martire perché sta donando la vita”. “In questo senso – conclude mons. Paglia – riscoprire il martirio come dono della vita significa comprenderne appieno il significato in tutta la sua forza. Anche oggi”.